I NUOVI MITI

di V. Cipriani, N. Carbone, D. Duta, S. Margarito, T. David IB

Sulla Terra c’era solo buio e gli esseri viventi erano stanchi di non aver luce.

Su nel cielo viveva un semidio che doveva fare qualcosa per gli uomini perché altrimenti un malvagio dio avrebbe trasformato il suo padre umano in un serpente comandato e obbligato ad essere un servo.

Questo eroe si chiamava Entis ed era stato costretto, con una maledizione ad essere immortale finché non completava la sua missione che sarebbe servita ad aiutare gli uomini in difficoltà.

Un giorno, Entis, stava pensando a cosa fare per gli umani. Pensò che poteva spostare con tutta la sua forza il pianeta Terra più vicino al Sole, perché così gli umani avrebbero avuto meno freddo e più luce. Pensò anche che poteva spostare direttamente il Sole. Si credeva molto forte e potente e invece di ragionare su qualcosa di semplice e efficace, pensava con i muscoli e non con il cervello.

Esisteva il dio più anziano di tutti, Intus, il suo compito era quello di dare consigli agli altri dei nel momento del bisogno. In quel momento Intus apparve davanti a Entis e gli disse -“ Caro ragazzo, invece di pensare alla tua forza usa l’intelligenza e come potresti usarla”- e Entis rispose –“ Ehi! tu sei solo un dio vecchio, perché dovrei ascoltarti, lasciami pensare per conto mio”- Intus disse alcune ultime parole prima di scomparire –“ Ragazzo, io conosco il tuo futuro, se non ascolti questo consiglio dovrai imparare a regolarti”- e poi scomparve.

Passarono dei giorni e il dio malvagio disse a Entis che aveva solo tre Soli e tre Lune per salvare il padre. Entis non sapeva cosa fare. Scese sulla Terra per vedere cosa mancava, non poteva usare la forza in nessun modo. Non  sapeva cosa fare ed era passato già un Sole e una Luna. Rimase a pensare per un intero giorno. Poi decise di spostare la Terra più vicino al Sole. Cominciò il lavoro solo quando mancava un sole. Scese sotto la Terra ed era tranquillissimo, perché pensava di essere l’essere più forte dell’universo. Comincio a spingere … nulla si muoveva. Non era poi così forte; continuò e continuò ancora finché non vide il Sole calante e urlò –“ Padre, io ti vendicherò uccidendo tutti i serpenti esistenti perché sono gli esseri preferiti dal tuo assassino!”-

Tornò nella sua casa su nel cielo. Appena arrivato si trovò davanti Intus che disse –“ non ti conviene uccidere tutti i serpenti, ricordati che tuo padre è…”- ma Entis lo interruppe dicendo

 –“ Vecchio io ho promesso a mio padre di vendicarlo in qualche modo e non dirmi quello che devo fare!”-

Entis prese il suo pugnale e scese sulla Terra per uccidere i serpenti. Attraversò tutti i continenti e uccise ogni singolo serpente.

L’ultimo che trovò era diverso dagli altri e ricordava vagamente il padre di Entis che disse –“Tu sei l’ultimo serpente e quindi devi morire!”-

Solo dopo aver ucciso quel serpente si ricordò del padre. L’anima di quel pover’uomo con un figlio buono a nulla rimase sulla terra diventando luce per l’umanità che finalmente ristabilì la pace. Entis invece è e sarà per sempre il servo del dio malvagio per punizione. VIOLA CIPRIANI IB

La creazione del mondo

All’ inizio nell’universo c’era solo il caos primordiale dal quale, grazie ad un’esplosione, nacque Megalos il primo uomo.

Era un essere gigantesco, con la pelle scura e tanti capelli ricci.

Un giorno, siccome si sentiva solo, decise di mettere al mondo tre figli: due maschi Astros e Atlas e una femmina Pluvia.

Megalos assegnò a ognuno di loro un compito diverso.                                                                                                                            

Ad Astros, il figlio più grande e più intelligente disse: – Tu creerai  il sole, le stelle, la luna e gli astri.

Poi andò da Pluvia l’unica femmina della famiglia: -Tu avrai il compito di far piovere fino a formare sulla Terra, oceani, mari, laghi.

Poi guardando Atlas il più piccolo: – Tu darai forma alle terre emerse creando pianure, colline e montagne.

Allora tutti e tre si misero subito a lavoro facendo ognuno del proprio meglio.

La prima cosa che decise di creare Astros furono le stelle; prese della polvere spaziale che soffiando in cielo si sparse luccicando. Per fare il sole prese le stelle più grandi e le raggruppò insieme. Per la luna utilizzò una grande roccia.

Pluvia cominciò a far piovere per mesi e mesi fin quando non si crearono mari, oceani, laghi e fiumi. Nei posti più freddi l’acqua diventò ghiaccio. Adesso, creati i mari, Atlas cominciò a plasmare le terre emerse creando catene montuose, vaste pianure e colline.

Tutti gli elementi creati erano in armonia tra di loro e Megalos era molto felice del buon lavoro fatto dai suoi figli, però sentiva che questa creazione era ancora incompleta. Mancava infatti ancora qualcosa per dare un senso a queste meraviglie, ma non riusciva a capire cosa.

Passarono molti mesi e Megalos non riusciva a trovare una soluzione a questo dilemma. Tutto però diventò chiaro quando nacque la sua quarta figlia. Non appena la vide nascere dalle sue mani disse: – Il tuo nome sarà Vita e a te darò il compito più importante, quello di creare gli esseri viventi che popoleranno questo mondo.

Vita si mise subito a lavoro ed iniziò a piantare tanti semi diversi da cui nacquero tanti tipi di alberi, cespugli e prati fioriti. Il mondo si colorò così di mille colori. Subito dopo creò animali di ogni specie. Alcune di loro erano in grado di vivere sulla terra, altri nell’acqua, altri ancora erano in grado di volare in cielo.

Megalos era molto contento del lavoro fatto dalla sua ultima figlia e completò la sua opera creando l’uomo e la donna e a loro insegnò a cacciare, ad accendere il fuoco, a cucinare, a lavorare le pelli per creare i vestiti e a raccogliere frutti commestibili.

Infine disse loro: – Voi sarete le creature più intelligenti e dovrete  aver cura di tutte le meraviglie di questo mondo che io chiamerò Terra.

Megalos  e i suoi figli guardarono dall’alto ciò che avevano creato, ed erano molto fieri di così tanta bellezza e armonia.

NICOLO’ CARBONE IB

          LA NASCITA DELL’UNIVERSO

Tanto tempo fa in una galassia lontana, lontana, un gruppo di dei si riunì per discutere. Ogni dio voleva il proprio corpo celeste e così si misero al lavoro.

 Alla fine tutti presentarono il lavoro finito:                            

Vulcano, il dio del fuoco, creò un’enorme sfera di lava incandescente e un’altra più piccola fatta di roccia lavica, ma non era contento e così sparse la lava rimasta per tutta la galassia, per illuminarla. Così si formarono le stelle e decise che la sfera luminosa si chiamasse Sole e quella di pietra Luna.

Dopo fu il turno del messaggero degli dei, Mercurio, che creò un pianeta molto vicino al Sole, più piccolo in confronto agli altri, un corpo celeste fatto di roccia lavica di colore grigio. Era estremamente caldo, su quel pianeta, infatti, la vita era del tutto impossibile. Venne chiamato Mercurio, come il suo creatore.

Poi fu il turno della dea della bellezza, Venere. Lei creò un pianeta grande circa il doppio di Mercurio. Era il più bel corpo celeste tra quelli mai creati. Era ricoperto di nuvole che riflettevano la luce del Sole e per questo lo faceva sembrare ancor più bello. Questo pianeta venne chiamato Venere per la sua bellezza.

Minerva, la dea della sapienza, creò un pianeta formato da cinque grandi zone di terra chiamati continenti e il resto lo cosparse di acqua, perfetto per lo sviluppo della vita, infatti creò due tipi di esseri viventi: uomini e animali. Gli uomini erano dotati di grande intelligenza e piano, piano, si adattarono all’ ambiente e impararono a vivere e procurarsi tutto il necessario per una bella vita su questo pianeta che la dea decise di chiamare Terra.

Marte, il dio della guerra, creò un pianeta rosso come la rabbia e piccoli esserini verdi abbastanza intelligenti per prendersene cura.

Saturno, il dio dei titani, creò un’enorme sfera gassosa, marroncina, con degli anelli di meteoriti per proteggerla.

Giove, il padre di tutti gli dei, creò un pianeta talmente grande che superò anche Saturno. Era un gigante gassoso, rossastro, simile a Marte, e molto luminoso come Venere, lo chiamò con il suo nome, Giove.

Nettuno, il dio del mare, creò un pianeta ghiacciato, blu come l’acqua. Era il pianeta più freddo di tutti perché era molto lontano dal caldo e luminoso Sole.

Il dio del cielo, Urano, creò due piccoli pianeti chiamati Urano, in suo nome, e Plutone, come suo figlio. Urano era fatto di ghiaccio e Plutone di roccia.

L’insieme di tutti questi corpi celesti che giravano intorno al Sole venne chiamato Sistema Solare.

DARIO DUTA IB

STONEHENGE

Una delle attrazioni storiche più belle del mondo è sicuramente il sito di Stonehenge, che risale a circa 3500 anni prima della nascita di Cristo. Si pensa che sia stato il primo osservatorio spaziale. Oggi, da tutto il mondo vanno a visitare questa meraviglia.

Stonehenge però non è una normale struttura antica, formata da semplici blocchi di pietra disposti a forma di varco ma in realtà è una struttura aliena, perché incredibilmente, mentre gli scienziati stavano cercando di ricostruire la struttura, notarono che all’interno di ogni apertura si apriva un portale. Allora fecero un passo avanti e si ritrovarono nel passato e grazie a degli strumenti mai visti cercarono di trovare una spiegazione su come funzionasse.

Le idee erano tante, per esempio che qualcuno fosse venuto dallo spazio e con i poteri avesse aperto un portale oppure che non ci fosse nessuna spiegazione scientifica.

Le risposte erano diverse ma quale era quella che poteva dare una spiegazione a tutto questo?

Una cosa positiva è che avevano almeno scoperto la data in cui si era aperto il portale, grazie alla traduzione di alcuni disegni trovati sulle rocce.

Uno scienziato ebbe un’idea, volle costruire una macchina del tempo e andare in quel periodo per avere maggiori informazioni.

Gli altri scienziati all’inizio si misero a ridere, ma poi si convinsero. Ci sarebbero voluti anni per fabbricarla ma questo poteva essere il progetto della vita.

Dopo circa 20 anni la macchina del tempo fu pronta, c’erano due posti, uno era occupato da uno scienziato e l’altro da un archeologo.

Quindi partirono e dopo circa tre secondi si ritrovarono nel 3000 a.C.

Ad un certo punto arrivò un tempo bruttissimo con un vento molto forte ma così forte che non si riusciva a respirare, per fortuna avevano portato dei caschi.

Quel vento formò un portale e spinse dentro i due eroi. Così si ritrovarono su un pianeta rosso, erano su Marte, nel bel mezzo del sistema solare, nel 3000 a.C.!

Una volta scoperto cosa c’era dentro il portale e cosa lo formava, dovevano capire come tornare indietro sulla Terra e nel presente.

Chiesero così agli scienziati sulla Terra, che erano sconvolti e contenti di aver scoperto una cosa tanto incredibile, di mandare una astronave a salvarli. Però era complicato perché nella macchina del tempo non ci entrava, quindi pensarono di costruire una navicella più piccola possibile in modo di farla passare attraverso la macchina.

Quindi fecero questa operazione, i due eroi videro la navicella e felici tornarono nella loro epoca e sulla Terra.

Con questa scoperta diventarono famosissimi in tutto il mondo. SIMONE MARGHERITO IB

ARMONIA

 In un tempo molto lontano dal nostro, un dio di nome Natus stanco di vivere sempre in solitudine, decise di creare un mondo dove i nuovi abitanti si trovassero in perfetto armonia con la natura.

   Inizialmente il rapporto tra queste persone e la natura stessa era perfetto e armonico. Gli umani apprezzavano ogni singolo albero, ogni singola foglia e andavano d’accordo con tutte le creature della foresta, ma piano piano gli abitanti di questo mondo cominciarono a sfruttare troppo la natura e chiedevano sempre di più. Deforestavano inutilmente, uccidevano animali solo per il gusto di farlo, insomma non erano mai soddisfatti. Il terreno intorno a loro era diventato arido e vuoto come il loro cuore, distruggendo il rapporto con madre natura, automaticamente rovinarono anche il rapporto tra di loro, erano sempre in guerra, si detestavano gli uni con gli altri. Di certo Natus che li stava osservando rimase deluso e arrabbiato dal loro comportamento, non capiva perché, dopo tutto quello che gli aveva donato, si erano ridotti così, loro stessi avevano creato un mondo pieno di sofferenze, malignità e distruzione.

     Non poteva rimanere con le mani in mano, quindi decise di mandare un demone che prima dell’arrivo dell’ inverno di ogni anno scendeva sulla terra e aveva il compito di controllare in ogni territorio se i terreni distrutti dall’uomo avessero ripresero vita, se non fosse stato così, l’intera popolazione sarebbe stata condannata a sentire fisicamente e psicologicamente le sofferenze che avevano provato tutte le piante, gli animali e le creature della natura, nel momento in cui erano state distrutte dall’uomo in modo che potessero sentire pienamente, quanta sofferenza avevano provocato. THOMAS DAVID IB