“Credo ancora nel sole…” 27 Gennaio 2024 Giorno della Memoria

Sono un bambino, mi piace giocare a calcio e da grande vorrei fare il pompiere.

Ieri a scuola la maestra ci ha fatto fare un disegno, il tema era la libertà. Io il mio lo ho regalato alla mia mamma, perché è molto bello quando è contenta.

Ultimamente lei ed il papà sono sempre tristi e preoccupati, non so perché. Quando vado a letto, dopo avermi letto una fiaba, vanno nella loro camera e parlano. Io li sento, ma non capisco nulla di quello che dicono, perché troppo lontani. Non mi piace per niente sentirli così preoccupati, quindi stringo forte gli occhi e tutto passa.

Oggi stavo giocando a calcio con i miei compagni di classe, nel campetto della scuola. Ci vado sempre lì, ma oggi non volevano farmi giocare, non capisco perché. Io sono andato su tutte le furie e alla fine mi hanno fatto giocare, ma tutti mi guardavano male. Non ne ho capito il motivo, ma ho continuato a giocare. Tornato a casa, la mamma mi ha sgridato perché ero tutto sporco, quindi mi ha fatto fare il bagno.

Ieri ho detto alla mamma che non mi volevano far giocare, e lei mi ha detto che probabilmente ero troppo forte per loro. Ma secondo me non lo pensava veramente, insomma…lo dice solo perché è la mamma. Inoltre era preoccupata, quindi secondo me c’è qualcosa che non vuole dirmi. Oggi invece è successa una cosa assurda. La maestra ha cambiato scuola, non so perché. Io sono corso da lei e mi ha detto che aveva trovato una scuola vicino casa, che era più facile per lei raggiungerla. So che non è così, perché lei farebbe di tutto per noi, ma non ho detto nulla. Gli altri bambini la guardavano male, e sembravano contenti. Tutti sanno cose che io non so, sono stufo di questa situazione.

Oggi è venerdì, quindi io e la mamma siamo usciti per delle compere. Io ho infilato il mio nuovo giubbottino di lana e mamma portava tante buste. È molto bello quando il venerdì pomeriggio  usciamo insieme, perché siamo solo io e la mamma. Il mio momento preferito è quando andiamo dal panettiere, perché l’odore del pane mi arriva alle narici e la mamma mi fa sempre scegliere il pane per la domenica. Oggi però, in panetteria non ci siamo andati. La mamma si è fermata per qualche secondo all’entrata e la scritta <<Vietato agli ebrei>> era su  un cartello in vetrina. Mi ha preso la mano e siamo tornati  a casa di fretta.

Il pranzo della domenica è il momento più bello di tutti, perché siamo tutti insieme. Il papà non è stanco, quindi ci divertiamo a parlare e a scherzare insieme. E visto che è domenica mi conserva sempre un dolce dalla pasticceria in cui lavora. Oggi, non me lo ha portato. Era stanco e triste, così come la mamma. Lo hanno licenziato, ci disse. La mamma lo ha abbracciato forte e io li  ho guardati perplesso. Papà ha asciugato le lacrime della mamma e le ha dato un lungo bacio sulla fronte. Poi hanno abbracciato anche me e mi hanno detto che non sarei potuto più andare a scuola. Io ho capito subito il perché…ormai era così da settimane. Ero furioso, avrei voluto urlare forte, ma invece andai ad abbracciare la mamma  ed il papà. Loro mi hanno stretto forte. La mamma prima della mia nascita era un insegnante, quindi lei mi farà da maestra.

Oggi sono uscito di nascosto. Sono andato a scuola, solo fino al vialetto, per vedere i miei compagni entrare. Alcuni miei compagni non sono venuti, solo perché anche loro ebrei. Tornato a casa, papà mi ha sgridato e mi ha detto che non sarei più dovuto uscire solo.

Da mesi non usciamo più, escono solo la mamma ed il papà, è tutto così brutto. La polizia bussa alle case ogni giorno, e appena sentiamo un rumore…sono costretto a scendere in cantina. Lì è tutto buio e c’è una puzza incredibile, ma resisto sempre, perché rischiamo di essere portati via. La città è vuota, per questo mi nascondo, non voglio andare via.

Stanotte la polizia è venuta mentre dormivamo, ci hanno presi e non ho fatto in tempo a scappare. Ci hanno fatto prendere i nostri averi, sono stai violenti e io ho poco e niente. La mamma piangeva, ma a quegli uomini non importava, a loro non importava. Ci hanno caricato su un furgone pieno di persone, io mi sono seduto in braccio al papà, che mi ha stretto forte. Guardavo casa allontanarsi, ma ancora non sapevo che sarebbe stato per sempre. Ci hanno portato in un campo enorme, dove il filo spinato non finiva più. Ci hanno spinti, ci hanno urlato contro. Ci hanno diviso in tre file, e io ho perso la mamma ed il papà. La mamma urlava e veniva verso di me ma le guardie l’hanno fermata e la messa con altre donne. Il papà, guadava tutto questo disperato, poi mi fece un cenno da lontano, mentre piangeva. Non avevo mai visto papà piangere, mamma dice che l’unica volta in cui ha pianto è stata alla mia nascita. Vorrei piangesse di nuovo per quello. Mi hanno messo insieme ad altri bambini, in una fila lunghissima. Per fare la doccia, mi dissero. Ho sempre odiato la doccia, ogni volta facevo arrabbiare la mamma e lei mi diceva che i bambini grandi i capricci non li fanno. Quando è toccato a me, non ho fatto storie. Mi sono spogliato senza dire nulla, perché io oggi sono diventato un bambino grande. Lo faccio per la mamma e per il papà, gli dirò che ho fatto la doccia senza capricci, perché sono un bambino grande. Sto aspettando il mio turno, fa molto freddo, è tutto così cupo e buio.

Mi manca la mamma, mi manca il papà, mi manca la scuola e la maestra, mi manca il campetto dietro la scuola, mi manca il venerdì pomeriggio, mi manca la domenica, mi manca l’odore del pane, mi mancano i pasticcini del papà…e quasi quasi, mi manca anche la cantina. Dico questo alle stelle perché sono le uniche cose luminose ora, che forse, tengono un po’ di luce per me. Per favore, tenete un po’ di luce per la mamma ed il papà. Ma  ora care stelle, devo proprio andare, perché è il mio turno di fare la doccia, e non posso fare tardi, non posso fare i capricci, perché sono un bambino grande, e l’ho promesso alla mamma e al papà…devo proprio andare.

Ero un bambino, mi piaceva giocare a calcio e da grande avrei voluto fare il pompiere. Viola Cipriani IIIB

Uomini e donne

Bambini e anziani

Tutti avevano paura,

Paura di essere Ebrei

Paura di essere deportati

Paura di perdere un famigliare

Paura di essere portati via da casa

Paura solo perché Ebrei.

La paura che si ripeta

Che il passato ancora

Non abbia insegnato

A non ripetere gli errori commessi

Comprendere non è impossibile. Matteo De Cillis IIIB

Oggi, 27 Gennaio, è la Giornata della Memoria.

Oggi ricordiamo milioni di persone morte nei campi di sterminio nazisti. Oggi non ricordiamo solo la morte di milioni di ebrei, ma anche di rom, omosessuali, persone di colore, persone che avevano idee diverse e tanti altri considerati impuri da Hitler. Oggi è la giornata per non dimenticare gli errori passati per non commetterli in futuro, solo che al posto di fare meglio, nel mondo sembra che quel periodo stia tornando. Vedo un mondo invaso da dittature in tutti i continenti. in America gli immigrati “inquinano il sangue americano”, in Russia scompaiono i giornalisti e gli oppositori politici. Ho paura.  Non voglio immaginarmi un mondo così, non voglio viverci in un mondo così. L’unica speranza per il futuro siamo noi giovani, solo noi possiamo cambiare il mondo in meglio, solo noi possiamo andare contro tutto questo. Non posso immaginare che nel mondo ci siano persone che sfilano per le strade in onore di personaggi come Mussolini, Hitler, Stalin. Queste sono persone ignoranti, che la storia non studiano e non vogliono ricordare. Di questo ho paura. Tutti noi, un po’ come diceva Manzoni, dovremmo studiare la storia per uno scopo pratico: “Bisogna studiare il passato per migliorare il presente”. Ognuno di noi dovrebbe, anche se con un piccolo gesto, ricordare tutte le persone vittime della Shoah, come abbiamo fatto a scuola negli anni passati, scrivendo una poesia o fare una piccola manifestazione in onore di tutti loro. Molti sono stati vittime perché alcune persone non sono andate contro tutto ciò, che non hanno difeso chi veniva deportato, come viene detto in una poesia, “perché una volta portati via tutti, non ci sarà più nessuno a difendere chi è rimasto in silenzio”. Ma per fortuna ci sono stati degli eroi che non sono stati zitti e hanno lottato, ognuno a modo suo, contro chi aveva il potere per ciò che era giusto. C’era chi prendeva direttamente le armi, e ad oggi li ricordiamo come Partigiani, e chi nascondeva anche intere famiglie per una buona causa, come chi ha nascosto la giovane Anna Frank. Vorrei concludere dicendo che questa è una giornata importante per maturare e crescere insieme, ricordando gli errori del passato per guardare con fiducia al futuro. Dario Duta IIIB

Ogni anno, il giorno 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria affinché si possano ricordare le persone morte per la loro etnia.

Credo che sia molto importante capire e studiare cosa sia successo in quei campi e a quelle persone,in modo da non dimenticare gli errori commessi nel passato e cercare di non ripeterli.

Anche se questo, in alcuni paesi succede ancora oggi o sta per accadere a causa di dittature o di popoli vigliacchi che per paura lasciano governare in modo sbagliato proprio come è successo con re Vittorio Emanuele III e Mussolini.

Purtroppo ancora oggi ci sono persone razziste o d’accordo con le idee naziste ma spero che siano sempre di più le persone che sono contro perché chi è d’accordo vuol dire che non ha studiato e non sa cosa è successo e cosa subivano le persone in quei campi e quelle perseguitate costrette a nascondersi.

Un gesto molto importante è stato quello di istituire questo giorno anche per le famiglie dei deceduti e in memoria morti stessi, perché così almeno la loro morte non sarà mai dimenticata. Angelica Garofoli IIIB

“Credo nel sole anche quando piove” di Viola Cipriani e Sofia Paglioni IIIB

Sono passati giorni dall’accaduto,

Non molti anni

Ma nonostante ciò,

Continuiamo a ricordare.

Ricordando non dimentichiamo

Evitiamo

Che succeda nuovamente                      Sofia Paglioni IIIB

Io so che è dura ricordare chi è morto nei campi di concentramento ma penso che ci serva ricordarli. Credo che serva a non ricommettere gli stessi sbagli, credo che il Giorno della Memoria sia importante per 2 motivi: il primo è quello di ricordare persone come Anna Frank

il secondo è quello di imparare non solo di accettare noi stessi ma anche gli altri che sono diversi da noi e che
siamo tutti esseri umani non esiste nessuna razza se non quella umana, perchè se non lo
facciamo se non impariamo ad accettarci tra di noi se rifacciamo lo stesso errore allora vorrebbe dire che Anna Frank e milioni di persone sono morti per niente. Antonio Fabio Carlos IIIB

PENSARE SOLO A QUANTE PERSONE SONO MORTE DI FAME O BRUCIATE NEI FORNI, MI FA STARE MALE, PERCHE’ SONO PERSONE COME NOI, AVEVANO GLI STESSI DIRITTI CHE ABBIAMO NOI E NON DOVEVANO ESSERE TRATTATI COME ANIMALI. SPERO CHE LE PERSONE CHE SOSTENGONO ANCORA IL NAZISMO E IL FASCISMO, POSSANO CAPIRE I DANNI E IL DOLORE CHE HANNO COMMESSO E RIFLETTERE SULLE MORTI DI QUELLE PERSONE INNOCENTI. Thomas David IIIB

Non so spiegare perché sia accaduta la Shoah. Ancora oggi alcune persone hanno la stessa mentalità che aveva Hitler e i suoi soldati nazisti. Io penso che questa cosa non dovrebbe più accadere agli occhi dell’Europa ma anche a livello mondiale, anche se ancora oggi alcuni paesi come per hanno dei campi di prigionia terribili, e ad oggi se rifletto è una cosa assurda. Il 27 gennaio 1945 c’è stata la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove milioni di ebrei sono morti, oggi, 27 gennaio 2024, passati 79 anni, ricordiamo tutte queste vittime. Io sono dell’idea che l’uomo può essere talmente cattivo per far si che questa cosa riaccada, per questo è importante ricordare. Simone Margarito IIIB