NON SI E’ MAI VERAMENTE DISTANTI

RIFLESSIONI DA UNA DISTANZA FORZATA

I.C. “ALBERTO MANZI” – SCUOLA DELL’INFANZIA

Ma è veramente così bello come sembra non andare a scuola?

Io penso che in questa circostanza ci siano pochi pro e più contro. Ad esempio, una cosa positiva è che stando a casa passiamo più tempo con la famiglia, ci dedichiamo alla nostra “salute mentale” e non abbiamo molti motivi per pensare a quello che succede là fuori. È come se fosse un periodo di “relax”, tra virgolette perché molti di noi lavorano comunque da casa. Alcuni non si devono preoccupare di svegliarsi all’alba per prepararsi e non fare ritardo a scuola o a lavoro; di arrivare in tempo per prendere l’autobus o la metro, o persino di trovare qualche scusa plausibile per non uscire con gli amici senza offenderli. Ecco, ora ce l’abbiamo un motivo per non uscire. Ma non è così facile come sembra: dobbiamo abbandonare il nostro abituale stile di vita per restare a casa tutta la giornata e poi andare a dormire; cosa ne sarà delle persone che siamo soliti vedere ogni giorno? Magari questa cosa di stare a casa influenzerà il nostro comportamento/carattere e creerà in noi un piccolo cambiamento. Magari anche il modo in cui lavoriamo cambierà un poco: lavorare al proprio posto di lavoro è una cosa, farlo da casa è un’ altra.  I centri commerciali sono chiusi, i supermercati sono affollatissimi e spesso per strada è facile vedere i carabinieri, la polizia, ambulanze. Insomma, pur se per un breve periodo, le nostre vite stanno cambiando. È sempre una noia stare a casa e fare sempre le stesse cose; a me, per esempio, piace avere una vita senza programmi, senza eventi già previsti per il futuro, e mi manca soprattutto uscire nelle belle giornate e trascorrere il tempo con i miei amici e compagni. Già non vederli sempre durante il pomeriggio nei mesi da settembre a giugno influisce sulle nostre amicizie e sui nostri rapporti, ora non vederli né al di fuori, né all’interno della scuola, è un fatto che crea un sentimento di mancanza un po’ a tutti. Non solo mi mancano i compagni, ma mi manca stare con loro a scuola, dove ogni momento è diverso da quando usciamo e stiamo senza i professori o i genitori al nostro fianco. Mi mancano le solite spiegazioni noiose degli insegnanti, dove l’unica cosa che vorresti fare è tornare a casa e dormire. In realtà nel modo in cui i professori spiegano trovo sempre qualcosa di interessante che mi attrae e affascina, ma non è questo il punto. Mi mancano le verifiche, più in particolare quel sentimento di ansia che ti prende all’ultimo momento quando scopri di esserti dimenticato tutto ciò che avevi studiato. Mi manca proprio il fatto di stare a scuola, di godere ogni momento della giornata in quell’edificio in cui tutti odiano stare, o fingono di odiare. E a pensare che è passata appena una settimana da quando stiamo a casa, e non i soliti tre mesi di vacanze estive. Ma almeno continuiamo a sentirci tutti tra di noi grazie a telefoni, computer, giochi online, social… non interrompiamo mai i collegamenti, ecco. Quando sono a casa e mamma e papà non ci sono, trascorro il mio tempo leggendo, guardando qualche film o serie tv, chattando con gli amici o coi parenti che vivono lontano, ascoltando la musica e ovviamente facendo i compiti che mi vengono assegnati dalla scuola. Di certo tutto questo non mi basta per godermi al massimo le giornate. Ho molto tempo per pensare a cosa fare appena ritornerò a scuola, alle cose che mi mancano di più in questo periodo, ma di certo non vorrei e non intendo spendere la maggior parte del tempo lavorando ai compiti, specialmente ora che ho più tempo da dedicare a me stessa. Però d’altro canto mi serviva proprio una pausa da tutto questo. Dall’essere sempre attivi, dal vivere la vita di sempre, dal fare sempre le stesse cose per anni e anni. È come se fosse una “pausa di riflessione”, dove pensare al “E ora? Qual è il prossimo passo?” dove ragionare sui miei comportamenti, dove riflettere su tutto quello che sta succedendo. Per aprire gli occhi. Per risvegliarmi da questo sogno che si ripete all’infinito. Magari nel bel mezzo dell’attività dell’uomo ci fosse una pausa per tutto il mondo, come se tutto si fermasse: quelle due settimane dove tutti possiamo ritornare a noi, dove possiamo permetterci di essere felici veramente: una pausa dalle guerre, una pausa dai conflitti delle nazioni, una pausa dal razzismo, dal bullismo, da tutte le cose brutte, da tutte le cose solite, banali. Una pausa dallo stress, dalla fatica per il lavoro, dalle sofferenze, dalle malattie di cui molti soffrono… una pausa da tutto. Anche da questo virus. Sarebbe bello se per almeno due settimane tutto si fermasse. E magari non fossero solo due settimane: non come una vacanza, proprio come una pausa. Vorrei che tutti potessimo avere l’occasione di fare ciò che ci rende felici, che tutti abbiano il diritto e l’occasione di ESSERE FELICI SEMPRE. Perché alla fine, se ci pensiamo, questa cosa del Coronavirus non è la cosa peggiore che abbiamo dovuto affrontare. Ci sono state guerre dove tutti erano contro tutti, ma adesso siamo uniti e tutti gli stati, i paesi, le nazioni, ognuno di noi, deve comprendere che facciamo tutti parte della stessa famiglia, che possiamo andare oltre tutto questo insieme e che possiamo svegliarci da questo incubo una volta per tutte. Perché infondo è la cosa più stupida alla quale qualcuno possa pensare, morire perché respiriamo la stessa aria. Dobbiamo rimediare, e capire più di qualunque altra cosa che ognuno di noi può fare la differenza e che contiamo tutti allo stesso modo; e se contribuiamo tutti a restare chiusi in casa senza uscire magari possiamo mettere una pausa alla diffusione di questa patologia o addirittura fermarla. Per questo è importante che nessuno si arrenda e che tutti si convincano del fatto che insieme, e solo insieme, possiamo andare oltre il male che abbiamo fatto a questo povero pianeta e renderlo un posto migliore. Ce la faremo, un giorno. Sicuramente ce la faremo.     Isabella Pintea IIB

“Oggi è il 12 Marzo e sono passati più di 20 giorni da quando abbiamo saputo dai telegiornali che un nuovo virus era arrivato in Italia, da quel giorno tutti noi abbiamo molta paura. Dal 5 marzo sono rinchiusa in casa e non vedo più i miei cari amici. Mi manca scherzare e giocare nell’ora di ricreazione mi mancano anche quelle ore di letteratura in cui il professore mi faceva appassionare sempre di più a quel meraviglioso mondo di Dante, mi mancano le urla della Professoressa Storai, i divertentissimi lavori di gruppo con la Professoressa Giannini, insomma in poche parole mi manca tutto ma dobbiamo fare un sacrificio, rimanere a casa e rispettare le regole per rimanere  sani e tornare insieme il più presto possibile. Mi ricorderò di questo brutto momento per tutta la mia vita, mi ricorderò l’odore dell’amuchina che i miei genitori mi fanno usare tutti i giorni, spero solo che tutto questo finisca presto  che tutte le persone contagiate da questo virus possano guarire al più presto, e che si possa giocare liberi senza avere paura di darsi la mano o abbracciarsi, senza avere paura di ammalarsi essere liberi di uscire dalle proprie case e sentire il sole sulla pelle e godersi i meravigliosi paesaggi che l’Italia ci ha donato. Anche io sono terrorizzata. Ogni giorno arrivano notizie sempre più allarmanti che un pochino mi spaventano ma sono convinta che tutto questo finirà, ci rincontreremo e faremo una grande festa perché l’unico modo per sconfiggere il Coronavirus non è il panico ma l’intelligenza. ”           Arianna Orfei IIB

“Mi manca tanto la scuola perché non posso seguire le spiegazioni dei professori. A casa ci mandano i compiti da fare con le spiegazioni ma è sempre meglio le lezioni fatte in classe perché così ci aiutano subito a capire gli argomenti se abbiamo difficoltà.  Anche da casa ci aiutano così non perdiamo le lezioni….mica stiamo in vacanza!!! Mi mancano molto i miei amici, parlare e scherzare con loro, tutti insieme. Mi manca fare i lavori di gruppo, uscire e andare a fare le passeggiate o giocare a pallone in piazza. Mi manca far venire i miei amici in casa a giocare alla play ma purtroppo non si può. Mentre sono a casa, la mattina faccio subito i compiti, ma visto che sono molti li finisco sempre dopo pranzo.  A volte gioco con il cellulare o guardo i video oppure qualche volta giochiamo con i giochi da tavolo. La sera dopo cena guardo i film di animazione con la mia famiglia oppure in cameretta perché i miei genitori seguono i notiziari in tv.  Purtroppo questo virus ha cambiato il modo di vivere ma ora più che mai bisogna essere uniti e rispettare le regole per il bene della nostra salute e degli altri. Spero che tutto si risolva presto così possiamo tornare a essere liberi e felici come prima.                                    Giuseppe Fiori IIB