Leggendo…”Canto di Natale” di G. Grieco 1D

Il “Canto di Natale”di Charles DICKENS è un libro che mi ha appassionato molto perché è veramente descrittivo, tanto che mi ha catapultato, con la lettura, dentro la storia, come se fossi un osservatore esterno.

Adatto a tutti coloro che sono avari e scorbutici, a tutte le persone cattive che non hanno valori ma specialmente a tutte le persone che come me immaginano il Natale come un giorno di festa. Ti aiuta a riflettere sui veri valori della vita.

Spesso si pensa che i soldi abbiano un valore molto importante e in parte è vero, perché adesso per vivere e curarsi bisogna averli; tuttavia essere in possesso di molto denaro può significare anche avere la possibilità di aiutare chi ne ha bisogno o chi nella vita è stato più sfortunato. Questo sta a significare che il denaro non fa diventare una persona ricca di per sé, visto che non è importante essere ricchi fuori bensì dentro, attraverso la coltivazione di valori veri come amore, amicizia, rispetto, altruismo. Sono fermamente convinto che sia meglio avere un cuore grande che un portafoglio pieno.

Un altro aspetto di cui si parla nel libro è quello dell’essere scorbutici. Bisogna sempre portare rispetto alle persone con cui si interagisce, essere educati e rispettare le opinioni altrui perché senza il rispetto reciproco si finisce per rimanere soli e senza amici. Nel racconto si capisce che a Scrooge non interessa avere degli amici ma tramite l’intervento dei vari fantasmi, egli capisce che sono invece fondamentali e che molti di essi soffrono per il modo in cui lui li tratta.

Sono stupito dal fatto che Scrooge non sia rimasto né sbalordito né terrorizzato dai fantasmi perché io, sinceramente, avrei avuto paura di un contatto con loro anche se mi rassereno sapendo che nella realtà non esistono.

Scrooge è una persona scorbutica, asociale, ricca fuori ma poverissima dentro eppure, nonostante questo, è riuscito a cambiare. Il consiglio migliore che posso dare agli scorbutici e agli avari è quello di provare a cambiare e, anche se come nel caso di Scrooge la cosa è molto difficile, non bisogna mollare o perdere la speranza perché se si vuole ottenere un obiettivo con tutte le proprie forze, attraverso l’impegno e la costanza, lo si può raggiungere.

Questo ci aiuta a capire come nel nostro piccolo, se ognuno di noi si impegna a fare qualcosa di buono e utile per gli altri, potremo contribuire a costruire un mondo migliore sia esternamente che nel nostro cuore.

In questo libro si fa riferimento ad un giorno di festa, il Natale, ma non serve una ricorrenza per mostrare affetto e compiere buone azioni; questi comportamenti sono da assumere sempre, sono azioni che ci fanno sentire bene sia tanto nel compierle quanto nel riceverle. Anche io a volte faccio delle cattive azioni, come rispondere ai genitori, litigare con mia sorella o con i miei compagni o essere talvolta un po’ egoista. Per questo mi impegnerò cercando di fare maggiore attenzione ai miei comportamenti perché, grazie alla lettura di questo libro, ho capito quanto queste azioni possano far rimanere male le altre persone.

“IO NON SONO LO STESSO DI PRIMA. NON SONO L’UOMO CHE SAREI STATO SE NON FOSSE AVVENUTO QUELLO CHE C’E’ STATO TRA NOI”.

Questa frase mi ha colpito molto perché lascia intendere che Scrooge ha finalmente capito i suoi errori. Questo dimostra che i proverbi dei nostri nonni che dicono che “SBAGLIANDO S’IMPARA”, sono dei detti che non muoiono mai.