Ascoltando…”L’abbigliamento di un fuochista” di Luca Cristino IIID

Questa canzone come dice il titolo parla dell’abbigliamento di un fuochista ovvero, colui che sta nella stiva della nave e riempie le caldaie con il carbone, un lavoro massacrante e pericoloso. La canzone è una sorta di dialogo tra madre e figlio: la madre comincia descrivendo la situazione del figlio ovvero vestito con abiti malandati e con una grandissima voglia di imbarcarsi, con il corpo a metà tra il mare e lavoro e metà tra la terra e la famiglia. Quando sale le scale la madre lo vede come un animale in fuga, e “figlio” raccomanda di stare molto attento “perché la gente non ha paura nemmeno di rubare”; a questo punto il figlio risponde dicendo che il vero furto è la sua vita, non sarà più lo stesso uomo da quando salirà su quella nave, questa frase nel testo è scritta con degli errori grammaticali e con una figura retorica cioè l’allitterazione che vuol dire la ripetizione degli stessi suoni. Una volta sola, la madre inizia ad immaginare quello che ne sarà del figlio: “sei andato a confondere la tua faccia con quella dell’altra gente” la madre intende dire che restando nel suo paese natale aveva un’identità, invece andando in America diventerà un semplice operaio che vivrà peggio e dovrà essere sfruttato per guadagnare pochi soldi che forse lo faranno arrivare a fine giornata. “ti sposerai in un bordello americano e avrai figli che non parleranno l’italiano” nel pensiero della madre il figlio gli risponde “ma mamma io non so neanche cos’è l’italiano” a testimoniare la realtà del periodo e il grado di alfabetizzazione del nostro paese. Secondo me questa canzone è molto bella e ricca di significato, descrive una delle tante vite dell’epoca, una delle più classiche ovvero: madre e figlio, senza soldi e quest’ultimo giovane e impaziente di scoprire il mondo decide di partire per l’America dove troverà sicuramente del lavoro, visto che ormai le industrie sbocciavano come fiori e c’era sempre più bisogno di operai. Questa canzone è bella perché come il libro “Wonder” vive la situazione da diversi punti di vista e ovviamente con diverse idee. Concludo con il dire che questa canzone mi ha fatto riflettere, e rispecchia perfettamente la situazione del nostro Stato in quel periodo storico.

Francesco De Gregori    L’abbigliamento di un fuochista

Figlio con quali occhi
Con quali occhi ti devo vedere
Coi pantaloni consumati al sedere e queste scarpe nuove nuove
Figlio senza domani
Con questo sguardo di animale in fuga
E queste lacrime sul bagnasciuga che non ne vogliono sapere
Figlio con un piede ancora in terra
E l’altro già nel mare
Con una giacchetta per coprirti e un berretto per salutare
E i soldi chiusi dentro la cintura
Che nessuno te li può strappare
La gente oggi non ha più paura, nemmeno di rubare
Ma mamma a me mi rubano la vita
Quando mi mettono a faticare
Per pochi dollari nelle caldaie
Sotto al livello del mare
In questa nera nera nave che mi dicono
Che non può affondare
In questa nera nera nave che mi dicono che non può affondare
Figlio con quali occhi
E quale pena dentro al cuore
Adesso che la nave se ne è andata
E sta tornando il rimorchiatore
Figlio senza catene
Senza camicia, così come sei nato
Su questo Atlantico cattivo
Figlio già dimenticato
Figlio che avevi tutto e che non ti mancava niente
E andrai a confondere la tua faccia con la faccia dell’altra gente
E che ti sposerai probabilmente in un bordello americano
E avrai dei figli da una donna strana
E che non parlano l’italiano
Ma mamma io per dirti il vero, l’italiano non so cosa sia
Eppure se attraverso il mondo non conosco la geografia
In questa nera nera nave che mi dicono
Che non può affondare
In questa nera nera nave che mi dicono che non può affondare